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Momenti inconsapevoli di trascurata assurdità. Come dimostrare che è giusto che finisca il mondo

gennaio 30, 2012

[…] Siete una decina, fiduciosi ed entusiasti per questa opportunità. Le sedie sono scomode ma qualcuno ha avuto la fortuna di prenotarsi le uniche due morbidissime poltrone. A voi non interessa, l’arte è sofferenza, la creatività nasce nel disagio e vi piace ricordarvelo per giustificare il culo addormentato. Avete davanti un tale che ha pubblicato per Einaudi, per Bompiani, Feltrinelli… uno che ne sa tante, uno che avrebbe i capelli bianchi, se solo li avesse.
E voi avete la possibilità di parlare di tecnica, stile, del dialogo, di editoria, di ambientazioni, di linguaggi, di autori…
Potreste chiedere suggerimenti, routine, trucchi, imbrogli, bassezze, colpi da maestro…
Potreste sfruttare il momento e la disponibilità per sapere come, sapere quando, quanto e perchè…
Invece, dal fondo dell’aula, da uno di quelli poltronati, sarà colpa dell’agio, giunge una voce che chiede, come se parlasse ormai di “uno di noi”:

“Ugo, si dai, Ugo Cornia, adesso è fidanzato?” […]

(Momenti inconsapevoli di trascurata assurdità. pag. 12)

[Giulio Cesare Croci nasce a San Giovanni in Persiceto (BO) da padre e da madre. La sua formazione è classica, da uno spermatozoo e da un ovulo via via fino ad oggi. Gli piace il cremino ma odia quando gli dicono che il “pistacchio sarebbe buonissimo, qui da noi, ma è finito”. Oggi vive, domani, chissà.]

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